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Quando ci si incammina nel percorso dei versi, ci si accorge di trovarsi di fronte ad una vera poesia civile: tonalità davvero desueta in questi tempi, dove la protesta poche volte sa prescindere dal proprio tornaconto e spesso è solo amplificazione di ragioni esterne ad essa. Vinicio si pone in stretto contatto più con la cronaca che con la storia, ma non perché stabilisca una improvvida sostituzione dell'una con l'altra, piuttosto perché in lui l'episodio del quotidiano di efferatezza e negatività, così troppe volte simile a se stesso, è finito per diventare l'nvischiante tonalità di un colore prevalente: un grigio/nero che soffoca e invischia.